Selection of curatorial texts
Micaela Lattanzio | LA NATURA INQUIETA
La galleria Emmeotto Arte presenta la serie di nuovi lavori di Micaela Lattanzio, risultato delle continue evoluzioni tecniche, sperimentazioni artistiche ed indagini intellettuali che da sempre ne caratterizzano le opere.
Il focus si concentra sulla forza dinamica della materia in movimento che anima il nostro mondo, composta da linguaggi non codificati e connessioni invisibili che ci collegano gli uni agli altri, in un sistema ciclico che ci riporta al mondo naturale.
Il corpo è la dimora dell’essere e lo spazio del nostro sentire, ma i perimetri della nostra pelle possono diventare il confine che ci separa dal mondo. Il corpo, infatti, è un’entità plurale poiché gli elementi di cui è costituito sono dati dalla reazione chimica della stessa materia che ci circonda, e questa reazione genera un legame intrinseco e indissolubile con la natura. Per percepire questo flusso e accedervi nel profondo, giovando del benessere che apporterebbe alle nostre vite, è necessario rinnovarsi e guardare alla realtà in modo inedito, abbandonando le parole, i codici preimpostati, la parte del pensiero razionale che ci qualifica come Uno, per ristabilire e recuperare il contatto con la nostra moltitudine interiore.
La Società ci ha abituato ad una visione univoca, del qui e ora, attraverso schemi che ordinano la nostra Esistenza, relegandoci ruoli prestabiliti, anziché esaltare la pluralità di ognuno, assopendo le nostre percezioni esterne, gli approcci empatici e sensoriali verso la dimensione al di fuori di noi.
Solo comprendendo la molteplicità dell’Essere possiamo confrontarci con l’alterità del mondo e ristabilire uno scambio con la natura, viscerale e profondo, fatto di cura e non di sfruttamento, recuperando la dimensione dell’Umanità.
La natura è dinamica e irrequieta, la sua bellezza è celata proprio nella sua imprevedibilità.
E’ questo che fa Micaela Lattanzio attraverso il suo lavoro, si apre al mondo dando vita ad un processo che ha inizio dentro noi stessi. Superando la zona di comfort che spesso ci imprigiona per liberare “La Natura Inquieta” dell’animo umano che ci spinge oltre i nostri limiti, per tornare a provare uno stato di meraviglia.
L’artista indaga nel profondo proprio questo “stato di meraviglia”, un’emozione autentica e articolata, al contrario della felicità capitalistica, (che si nutre di desideri effimeri), e che contiene una gamma vasta di emozioni, quali lo stupore, la sorpresa, la fascinazione ma soprattutto la paura nel sondare l’inesplorato.
Osservando le opere veniamo spinti a guardare il nostro animo più complesso e movimentato, a rispondere alle domande che l’inquietudine ci spinge a porci e ci mette nella posizione di essere osservatori attivi delle nostre vite.
L’opera d’arte, in questo senso, diviene il dispositivo meditativo che disvela attraverso paesaggi visionari, fatti di corpi frammentati, le infinite possibilità dei sentimenti.
La matrice pittorica composta da frammenti molecolari (di ritratti scomposti) si addensa stratificandosi in strutture naturali.
Quarzi, sedimentazione, tettonica delle placche, microrganismi ispirano la composizione che si costituisce attraverso un movimento perturbante dei tasselli, componendo “inediti paesaggi interiori”. Un viaggio da compiere attraversando l’esperienza della Natura, nella sua interezza e complessità al fine di sviluppare a pieno la propria personalità, in tutte le sfaccettature note e ignote.
FRAGMENTA/ A Journey Beyond the body
            Cà D'Oro Gallery New York, 2019
Solo Show
Galleria Ca 'D'Oro in New York is pleased to present the solo exhibition by the Italian artist Micaela Lattanzio.
Fragmenta, A journey beyond the body, is a corpus of 16 unpublished works that investigate the social relationships between the physical boundary and the otherness of the collective space.
The artist places at the center of her reflection the possibility to overstep the limits of gender, race, and faith. She investigates, thanks to the use of fragmentation, the structure of a molecular consciousness where the interweaving of real, visible and invisible worlds, translate into tools of perception and communication.
"Consciousness is always taken in the world”, writes the French philosopher Merleau- Ponty, “and therefore the world cannot become a mere object for her. In this sense, the dimension defined by être-au monde, does not only represent the horizon in which our body is inscribed, but is also related to our conscience, which finds its deepest roots in it ".
Micaela Lattanzio decodes the body by initiating a process that dismembers the epidermal integrity. The body becomes an element of pure abstraction; it is no longer possible to attribute a spatial structure, a specific weight, a definite time.
Her meticulous technique, defined by the strictly manual cutout of each single fragment, becomes a cognitive analysis that crosses the boundaries of the image to describe a new conceptual semantic: the body is a relational medium between the different cultural and social connections that emerge from our contact with the world. At the same time, the body is defined through the cultural stereotypes where a collective iconography is the synthesis of different norms imposed by a canonical and institutionalized imaginary.
The artist's intention is not to deny the body, but to define the idea of understanding it as a place of appropriation, as a space that can be inhabited and directed from within.
The mosaic fragmentation is a linguistic scheme, a new idiom which allows us to read reality: this procedure "frees itself from the notion of depiction of the world, from the sterile conception of mimesis, and opens the space to a symbolic construction of the image", inaugurating the genesis of a deepest emotional synesthesia.
In this journey beyond the body, Micaela Lattanzio expands the material building an abstract territoriality: a physical geography where the points of intersection are combined in the expanse of three-dimensional pieces, signs in which the viewer finds the processes of an evolution, downsizing the sexual and social roles.
Fragmenta represents a conceptual apology: the artist places the human being at the center of her work, forging an unprecedented linguistic vocabulary, de-structuring the real in order to explore a narrative dimension that goes beyond the physiognomy, and investigating where form and concept merge into a work that no longer belongs to an univocal social identification, but which is the principle of an "infinite nuclear fission". Text Alessia Carlino
INTROSPECTIVE WINDOW
           EMME OTTO Gallery, (Palazzo Taverna) Rome 2018
curated by Valentina Luzi
group exhibition
“Il potere creativo della mente si sveglia vivace
mentre forma il finito dall’indefinito”
Goethe - Howards Ehrengedächtnis
L’arte è la finestra introspettiva sulla nostra interiorità.
Da questa immagine visiva e mentale nasce l’idea della mostra che inaugura sabato 23 febbraio alla Galleria Emmeotto a Palazzo Taverna.
Una finestra da cui ognuno di noi può e deve guardare per perdersi e ritrovarsi, per comprendere non il significato a tutti i costi, ma per conoscere ed entrare in sinergia con una sensibilità altra, per compiere un percorso a ritroso fino all’essenza di un’opera d’arte, mezzo che amplifica il sentire nostro e degli artisti, i quali restituiscono alla realtà più di quello che prendono da essa.
Una finestra come luogo di frontiera e, allo stesso tempo, di contatto e fusione tra verità e immaginazione, tra passato e futuro, tra mente e corpo, dove le dinamiche emozionali personali esplorano e cercano un riscontro nella rappresentazione, in un continuo movimento interno che non si ferma mai.
Il raccontarsi degli artisti è il viaggio emotivo tra ricerca interiore ed evoluzione materica, all’interno del sé, il percorso di nascita, scoperta, crescita, decomposizione e ri-creazione sotto altre forme, una palingenesi che scrive e riscrive un diario personale, elemento dopo elemento, pagina dopo pagina e si arricchisce di esperienze come una pièce teatrale si infittisce di dialoghi.
Ogni artista in mostra vive il processo creativo in maniera totalizzante, una sorta di catarsi necessaria, che scopre e rivela, con la singolarità del modus operandi, una prospettiva differente, che ci permette di guardare al di là dell’apparenza e di instaurare quell’empatia dalle molteplici sfaccettature che solo la nostra interiorità può generare, ancora di più se ci troviamo ad interagire con gli stimoli dettati da diverse espressioni e linguaggi.
Renzo Bellanca, attraverso una selezione di opere della serie Satellite Map, realizzate con tecnica mista su carta e tela nel 2018, ci accompagna in un percorso stratigrafico tra mappe e paesaggi, ma senza corrispondenze precise. Il sovrapporsi di elementi fisici, interiori e mentali diventa un tragitto di contaminazione tra presente e memoria, in una dimensione astratta e macrocosmica, ma nonostante questo, riconoscibile e intima, che va a occupare gli spazi tra la realtà e l’inconscio, l’immaginazione e il pensiero razionale. Il trattamento e l’interpretazione del colore diventano la bussola del cammino che si dispiega tra confini, limiti, insenature e isole fuori e dentro di noi. Una carta geografica che, ogni volta, si arricchisce di nuovi segni e simboli.
Micaela Lattanzio parte da un’indagine fotografica, rielabora l’immagine da lei realizzata e la rende elemento “pittorico”. Da un minuzioso e attento lavoro che si basa sulla ripetizione del multiplo circolare, arriva alla creazione di un insieme, una nuova prospettiva composta da architetture complesse che avvolgono lo spettatore in suggestioni emotive. Che siano elementi presenti in Natura, come l’inedito dittico Nucleo (2018) o corpi, in essi è proposta una visione introspettiva, uno scenario surreale “fragmentato”, un mosaico che crea una terza dimensione materica e narrativa che va oltre l’estetica e fa riflettere sull’essenza e sull’esplorazione dell’uomo e del suo sentire le forme naturali da cui trae benessere psicofisico .....
EVERY BODY TALKS
Mattatoio Testaccio, Rome, 2018
Curated by Master Marac, IULM
group exhibition
From November 3rd to November 11th , the spaces of industrial archeology of Pavilion 9B of Mattatoio di Roma will be populated by the expressive forms of every body talks, curated by the students of the 8th edition of the Master’s Degree Program in Management of Artistic and Cultural Resources (MaRAC), promoted by Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale and the International University of Languages and Media IULM.
every body talks investigates the role of the human body as the first and most direct tool of communication: through their bodies, and particularly through the construction of its exterior appearance, individuals reveal themselves in a process of self-representation, unconsciously unveiling significant traits of their personality or explicitly highlighting their own individual choices or adherence to certain cultural models.
While the selected Italian artists focus on the decomposition and recomposition of individual identity, fragmenting (Micaela Lattanzio), hiding (Cristina Coral) or hybridizing (Francesco Biccheri), the interest of the international artists here on display seems to focus on anthropological, cultural and political phenomena.
From the denunciation of contemporary obsessions with refining one's exterior image, investigated by Martial Cherrier, Jonathan Yeo and Erin Zerbe, to the anthropological analysis of habits, behaviours and signs of cultural belonging in the repertoires built by Lakin Ogunbanwo and Tadao Cern. From the role played by the body in the dialectical relationship between individual freedom and religious, socio-cultural and economic restraints, represented by Shadi Ghadirian’s censored women and by Pierre David’s diversity sacrificed to globalisation, to the direct use of the body - one's own or others' - as a tool of civil and political commitment or protest, like in Liu Bolin’s series, dedicated to refugees, and in the collective performances created by Spencer Tunick.