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NO PARKING

  • micaelalattanzio
  • 11 giu 2015
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 4 ore fa

Galleria Ca’ d’Oro new York in collaborazione con WOP Gallery presenta

“NO PARKING” - A cura di Anna Di Falco e Giuseppe Ruffo

esposizione collettiva:

Sabrina Barrios, Jessica Judith Beckwith, Jaeyoung Choi, Maria Fragoudaki,  Hey Joo Jun, Maiko Kikuchi, Micaela Lattanzio, Heather Merckle, Hao Ni, Sui Park, Salvatore Riccio, Taezoo.


 


Il 23 luglio inaugura a New York alla galleria Ca’D’Oro la mostra No Parking, curata da Anna Di Falco e Giuseppe Ruffo e visibile fino al 12 agosto, che propone una collettiva degli artisti Sabrina Barrios, Jessica Judith Beckwith, Jaeyoung Choi, Maria Fragoudaki, Hye Joo Jun, Maiko Kikuchi, Micaela Lattanzio, Heather Merckle, Hao Ni, Taezoo Park, Sui Park e Salvatore Ricci. La location di New York, secondo il progetto dei curatori, non è casuale: il regolamento della sosta di New York City prevede che i veicoli possono fermarsi, sostare e parcheggiare in città. Le regole di parcheggio della città fanno parte del regolamento del traffico. Ogni veicolo parcheggiato fuorilegge può essere trainato. Questo è quello che accade con il regolamento del traffico di New York; mentre per quanto riguarda l’arte? Esiste un regolamento da eguire? La storia dell’arte che si è avvalsa della filosofia e della scienza ha perseguito un regolamento? Paradossalmente sembra che nella città di New York esista la possibilità per gli artisti/ creativi di fermarsi, sostare e sognare per un certo periodo. La città dalle mille opportunità, possibilità, speranze, ma quando si arriva al punto di non riuscire a sbarcare il famoso ”lunario” si viene trainati via.

Questo collettivo artistico, per l’appunto, si rifà a ”Cogito ergo sum” di Cartesio, padre della matematica e filosofia moderna egli sosteneva che il soggetto pensante testimoniava la propria esistenza, così gli artisti non devono seguire delle leggi o regolamenti pre impostati ma continuare ad incentivare la propria ricerca e produzione che testimoni la propria esistenza, un’esistenza libera non esclusivamente controllata da regolamenti.


Intervista al curatore La Voce di New York:


espandi per leggere l'intervista:

-Centro del mondo per l'arte contemporanea, New York City offre infinite possibilità agli artisti esordienti, ma tanti di loro faticano ad entrare nel competitivo mercato globale dell'arte. Se un artista non è rappresentato da un museo o una galleria fa difficoltà a condividere il proprio lavoro con il pubblico. No Parking, una nuova mostra presso la Galleria Ca 'd'Oro, organizzata in collaborazione con la neo nata Without Paper Gallery, presenta le opere di un gruppo di dodici artisti provenienti da ogni parte del mondo. Nonostante la diversa natura del loro lavoro, i pezzi in mostra si fondono sinuosamente ponendosi in aperto contrasto con questi vincoli imposti dal mercato.

La Without Paper Gallery è stata fondata tre mesi fa dai curatori Anna Di Falco e Giuseppe Ruffo. Il nome Without Paper (senza documento) si riferisce agli italiani emigrati in America nel secolo scorso, senza alcuna documentazione, alla ricerca di una vita migliore. Come risultato di questo passaggio, elementi di cultura italiana si sono fusi con la cultura americana. Attraverso la fondazione di questa organizzazione Ruffo e Di Falco, entrambi napoletani, puntano ad incoraggiare gli artisti locali e internazionali a collaborare su progetti artistici, favorendo uno scambio culturale internazionale nel mondo dell'arte contemporanea che non sia limitato dalle norme imposte dal mercato globale dell'arte.

“New York non è il mondo, ma è piena di persone che provengono da ambienti diversi. Il nostro obiettivo è quello di trovare artisti provenienti da diversi percorsi di vita che rappresentano questi diversi background. Vogliamo mettere insieme realtà diverse in modo da poter creare un dialogo”, ha spiegato Ruffo a La VOCE.

La mostra, aperta fino al 12 agosto, offre una varietà di opere d'arte di un eclettico gruppo di artisti ognuno dei quali lavora utilizzando mezzi diversi.

Entrando nello spazio espositivo, i visitatori si trovano a camminare sotto un'installazione che suggerisce l'impressione di tempestose nuvole bianche che galleggiano eteree sopra la testa del pubblico. Le forme tridimensionali, composte da fascette fermacavo bianche e illuminate da luci a soffitto, gettano un'ombra mistica sulle pareti bianche dello spazio della galleria. Mostly Cloudy (parzialmente nuvoloso) è l'opera dell'artista e architetto d'interni Sui Park il quale crea forme organiche tridimensionali che vanno dalle rappresentazioni astratte di oggetti, paesaggi e organismi viventi, a idee o valori sociali.

Una volta passato attraverso le nuvole, il visitatore si ritrova davanti a un mucchio di cavi aggrovigliati, semafori lampeggianti, schermi di computer intermittenti, lettori CD che espellono dischi e apparecchiature elettroniche rotte. La curiosa installazione è parte di una serie dal titolo Digital Being, in cui l'artista digitale Taezoo Park, di base a Brooklyn, crea cumuli di spazzatura tecnologica per rivelare un "carattere" della tecnologia digitale che non solo esiste, ma reagisce al suo ambiente.

La maggior parte delle opere d'arte, proiezioni e installazioni in mostra sono immediatamente visibili, ma non ve ne andate prima di aver esplorato il passaggio segreto. La porta verniciata di bianco si fonde perfettamente con le pareti della galleria ma, una volta aperta, lo spettatore si ritrova improvvisamente immerso in Yuga Cycle di Sabrina Barrios, una stanza buia illuminata da fili al neon blu che formano figure geometriche. Il visitatore è invitato ad entrare nell'installazione e creare un proprio percorso all'interno dell'opera. Attraverso le sue installazioni l'artista brasiliana combina la meccanica quantistica con esplorazioni corporee avvolgenti. "Le mie opere sono una metafora della vita", ha spiegato Barrios.

Queste sono solo alcune delle opere in mostra, ma nella galleria sono esposte anche opere di Jessica Judith Beckwith, Jaeyong Choi, Maria Fragoudaki, Hey Joo Jun, Maiko Kikuchi, Micaela Lattanzio, Heather Merckle, Hao Ni e Salvatore Ricci.

"Il termine cosmopolita è stato coniato dai Greci – ha detto Ruffo – Sono stati i primi a riconoscere e promuovere i diversi canoni stilistici che convivevano in una città multiculturale. L'uomo era cittadino del mondo e non era limitato da parte delle istituzioni o della società”. Attraverso No Parking e la fondazione della Without Paper Gallery Ruffo e Di Falco vogliono incoraggiare gli artisti a continuare a praticare la loro arte in un ambiente che li libera dai vincoli delle istituzioni artistiche consolidate come i musei.


 
 

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