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- micaelalattanzio
- 5 nov 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 7 nov
NUCLEO – MICAELA LATTANZIO, Palazzetto Jovinelli – Via Guglielmo Pepe, 37
a cura di Chiara Nicolini
Nucleo ,ha una struttura geologica, mineraria.
La composizione evoca il Cenote Messicano, in lingua Maya Dzonot, ovvero acqua sacra, ma anche la struttura molecolare di un minerale, creando una duplice interpretazione per evidenziare il legame profondissimo tra micro e macro cosmo.
I frammenti tridimensionali sono creati dalla scomposizione e ricomposizione fotografica di mari, oceani, deserti e vulcani della terra, ovvero gli elementi fondamentali che hanno creato la vita su questo pianeta.
La tavolozza di pixel si compone per creare Il cratere, archetipo della caverna, dal quale trabocca il magma primordiale, che rievoca simbolicamente il principio dell’esistenza, dal quale filtra la luce della conoscenza e dell’ispirazione. Il dettaglio scelto di Nucleo di fatto è un’apertura sui ponteggi del palazzo, un invito per il passante all’atto del vedere per farsi immaginazione e scorgere nuove possibilità di abitare il mondo”. Micaela Lattanzio
In questo difficile momento nel quale il tempo sembra sospeso a causa della chiusura dei musei, dei cinema e dei teatri, vengono a mancare tutti quei momenti di incontro, di stimolo e di riflessione che ci arricchiscono e fanno evolvere.Dopo mesi questa mancanza è divenuta sempre più imponente ed è da qui che nasce la necessità di ritrovare le dimensioni perdute.Così ci rivolgiamo alla rete per poter frequentare i nostri luoghi dell’arte, del teatro e della musica. Musei, gallerie e teatri stanno lavorando per trovare il modo di tenerci vicini alla cultura, per tenere vivi quegli stimoli vitali!Ma è sufficiente?
La pandemia ci ha fatto comprendere il senso dell’assenza, un’assenza che cerchiamo di riempire e non è azzardato un paragone con i ponteggi per il restauro di un edificio: il palazzo infatti diventa improvvisamente assente. Al suo posto una superficie, un telo, che montato per la sicurezza, sottrae alla strada la sua presenza consueta e a Roma, spesso, quella presenza negata è un monumento.
Nasce per questo il progetto #EX_TRA con lo scopo di portare all’aperto, nella città, nelle strade, montata sui ponteggi per il tempo del restauro, un’opera d’arte che ci spinga a fermarci, ad alzare lo sguardo, a lasciarci distrarre per un momento e ammirare il lavoro di un’artista.Le opere che non si trovano all’interno di una galleria o di un museo, creano una frattura, uno spaesamento che induce alla curiosità, al ridisegno dei percorsi: la città diviene galleria e, come negli esperimenti degli anni passati (“il museo fuori del museo”), #EX_TRA propone la galleria fuori dalla galleria.Non sarà una fruizione passiva, ognuno reagirà all’immagine che si troverà davanti con le proprie esperienze e il proprio vissuto.
#EX_TRA sarà un dono per Roma.
Il progetto #EX_TRA dedica così questi spazi, più diffusamente presi dalla pubblicità, alla divulgazione creativa, muovendosi dall’arte al design, alla letteratura, con l’intento di creare uno stimolo.
#EX_TRA è la contrazione del termine latino Exempla Trahunt, gli esempi trascinano, e la speranza è quella che il progetto possa essere spunto per un nuovo modo di sostenere l’attività culturale e la comunicazione in generale, attraverso un percorso narrativo alla scoperta di nuovi linguaggi.
Progettato e ideato da Gruppo Pouchain, Silvia Salama Pouchain presidente, Chiara Nicolini curatrice, Claudio Presta direttore del progetto.












